Digiuno terapeutico - come sviluppare il cervello

Hai mai sentito parlare di digiuno terapeutico?
Se la risposta e' si non me ne stupisco, visto che gia' in tempi antichi, personaggi di un certo rilievo lo praticavano,
personaggi come Platone, Socrate e Plutarco.


Oggi oltre alla testimonianza di questi illustri signori                del passato abbiamo la scienza.
L'affermazione piu' importante che deriva da un team di ricercatori del National Institute on Ageing di Baltimora, e' quella secondo cui periodi brevi e ciclici di digiuno proteggerebbero il cervello da malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.

A guidare la ricerca e' stato il dott. Mark Mattson, che oltre ad essere il neuroscienziato piu' citato nelle riviste scientifiche di tutto il mondo e' considerato uno dei massimi esperti a livello mondiale nell'area dei meccanismi cellulari e molecolari alla base della plasticità neuronale e dei disturbi neurodegenerativi.
Pluripremiato per il suo notevole contributo alla comprensione del morbo dell' Alzheimer, del morbo di Parkinson, della sclerosi laterale amiotrofica e dell'ictus e alla loro prevenzione e trattamento.

"Uno degli unici modi per rallentare la progressione dell'invecchiamento 
che comporta disfunzioni di organi o malattie è ridurre l'apporto energetico", dice Mattson.
"Come è simile a ciò che accade quando i muscoli sono esercitati, 
i neuroni nel cervello beneficiano di essere moderatamente stressati.
Per ottenere il giusto tipo di stress, le persone potrebbero trarre 
beneficio dal ridurre drasticamente l'assunzione di cibo".

Mattson ed altri hanno testato le loro teorie su modelli animali 
e piccoli gruppi di soggetti umani. Negli studi che coinvolgono topi sperimentali, 
i neuroni nel cervello diventano più attivi quando i roditori 
sono affamati alla ricerca di cibo. Inoltre, gli animali a digiuno sviluppano misure 
protettive contro i danni da ictus e altri meccanismi che causano la degenerazione 
nel cervello. 
"Quello che abbiamo scoperto negli studi sugli animali e sull'uomo 
è che è bene sottoporre il tuo cervello a sfide, soprattutto a breve termine", 
dice Mattson, citando la ricerca condotta da diversi gruppi negli ultimi anni.



"Il digiuno impone più stress alle cellule, ma in senso positivo", aggiunge. 
"C'è un aumento delle risposte di stress adattivo quando le persone digiunano 
ad intermittenza e ciò è utile per mantenere il cervello".
Lo shock del digiuno porta il cervello a creare nuove cellule. 
Mentre i neuroni sono costretti a crescere, il cervello diventa più resistente 
agli effetti delle placche proteiche che sono alla base dei casi di Alzheimer, 
o il danno inflitto dal Parkinson.

Mattson avverte, tuttavia, che il digiuno non è raccomandato 
per i più giovani, che hanno bisogno di molte più calorie per crescere, 
o per le persone oltre i 70 anni, i cui cervelli sembrano trarre poco beneficio dalla
privazione alimentare intermittente.
Fonte "Florida Institute for Human & Machine Cognition"
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